LA STATALE DI IERI E DI OGGI
Una passeggiata tra i luoghi del sapere

in memoria di Claudio Varalli e Giannino Zibecchi

Cortile del Laghetto

Pannello Tappa Cortile del Laghetto

1^ Lettura

Gli studenti rastrellati vengono aggiunti agli altri nel cortile del Laghetto. Io ero lì in mezzo, in quella specie di fossa comune, e ricordo che mi venne spontaneo pensare a un lager. Mentre eravamo in queste condizioni, dai balconi sovrastanti il cortile gli uomini in divisa ci tiravano nel mucchio sassi, bastoni, pezzi di mobili. Ogni lancio fece almeno una vittima, perché non si poteva far altro che stare immobili.
Dopo un bel po' di questo trattamento, gli studenti vengono presi a gruppetti, ammanettati, trasportati ai cellulari e ai camion per essere trasferiti in questura. Non senza, prima, essere sottoposti a una ulteriore raffinatezza.
Testimonianza del giudice Bevere: “Si era formata intanto una doppia fila di poliziotti, e in mezzo passavano gli studenti diretti ai furgoni. Sento delle urla, torno indietro e vedo che, mentre passano di lì, studenti e studentesse vengono colpiti col manganello in tutte le parti del corpo dai poliziotti in doppia fila. Vedo Capanna passare ammanettato anche lui, vedo l'euforia dei poliziotti al suo arrivo, e allora mi avvicino a lui e gli faccio scudo col mio corpo, così l'accompagno fino al cellulare”.
Più di mille studenti sono ammanettati. Quando finiscono le manette, i polsi vengono legati con catene. Si vedono passare file di incatenati: sembra il mercato degli schiavi. Carlo Cuomo, consigliere comunale del Pci, ed Enrico Porro, vicesegretario della Federazione milanese del Psi, che hanno preso parte all'assemblea, non sfuggono al trattamento comune, nonostante dichiarino le proprie cariche.

2^ Lettura

La questura trabocca di prigionieri. Marina Balatti: “In questura siamo rimasti delle ore, ‘puttana’ era il meno che veniva detto alle ragazze.
Quanto a uno studente che si rotolava per terra perché colpito a una gamba da un candelotto, nessuno si è curato di lui e tantomeno hanno chiamato un dottore per medicarlo“.
Le ore che passano servono per decidere a Milano e a Roma il da farsi.
Capiscono che, dopo quanto successo, arrestare qualcuno sarebbe inaudito. Tutti veniamo fuori. Cafiero e io riacquistiamo la libertà per ultimi, alle 2 del mattino.
“L'assalto alla Statale” scriverà Camilla Cederna “è stato talmente feroce da rappresentare una delle pagine più nere della storia di Milano”.
Fu un attacco deciso a freddo, preparato ed eseguito con cinica determinazione e palesemente coordinato. Non a caso l'indomani la maggioranza silenziosa affiggerà sui muri della città un secondo manifesto — era già pronto prima dell'assalto! pieno di encomi e ringraziamenti alle forze dell'ordine, che finalmente si erano decise a liberare la Statale.

da Formidabili quegli anni di Mario Capanna

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