LA STATALE DI IERI E DI OGGI
Una passeggiata tra i luoghi del sapere
in memoria di Claudio Varalli e Giannino Zibecchi
Aula Magna
Lettura
La resistenza è tenace. Il servizio d'ordine viene sopraffatto solo quando è preso alle spalle da reparti di carabinieri entrati per percorsi traversi nell'ateneo da via Francesco Sforza. A quel punto è l'inferno. Decine di lacrimogeni sono sparati anche nell'aula magna. L'aria si fa subito non solo irrespirabile, ma tossica. Urla. Lamenti. Gente che sviene. Viene ingiunto di uscire a mani in alto. Via via che varcano la soglia, tutti — a spintoni, a calci, trascinati per i capelli — vengono deportati e ammassati nel ‘cortile del laghetto’.
Intanto gruppi di armati corrono per le scale, per i corridoi, spaccano vetri e porte, irrompono nelle aule. Ricorda Stajano: “Erano fuori di sé, eccitati come ubriachi”. E il sostituto procuratore Antonio Bevere, chiamato e corso in Statale, dice: “Devo confessare d'aver avuto paura, una paura fisica, vera e propria, tanto ero sballottato di qua e di là, dato che erano tutti eccitati, come accesi dall'odio del proletariato meridionale verso lo studente considerato ricco”.