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DOCUMENTI - GLI INTERVENTI

Simon WiesenthalSimon Wiesenthal, il cacciatore di criminali nazisti della Seconda guerra mondiale, è morto a Vienna. Aveva 96 anni. L'addio dopo una vita in cui aveva dovuto lottare anche contro  l'indifferenza e lo scetticismo di quanti non hanno mai creduto fino in fondo agli orrori dei campi di sterminio. "E' molto difficile fare in modo che il pubblico comprenda realmente i crimini di costoro - spiegava - Ancora mi devo preoccupare di gente e gruppi che sostengono che l'Olocausto non è mai accaduto".

Wiesenthal, nato il 31 dicembre del 1908 a Buczacz in Ucraina, fu uno dei pochi fortunati che sopravvisse alla terribile esperienza dei campi di concentramento nazisti. Dopo la sconfitta di Hitler non tornò alla sua professione di architetto, ma si dedicò anima e corpo alla caccia dei criminali nazisti sfuggiti alla giustizia. Grazie al suo lavoro ne sono stati assicurati alla giustizia più di mille.

Nel novembre 1977 fondò il Centro Simon Wiesenthal che oggi conta 400mila soci. Con le sue sedi sparse per il mondo il Centro continua la lotta contro l'antisemitismo iniziata dal suo fondatore. "Quando la gente guarderà indietro, a quello che è successo, voglio che nessuno possa dire che i nazisti furono capaci di uccidere milioni di persone e farla franca" spiegava Wiesenthal a chi gli chiedeva le ragioni di una scelta che lo portò a subire minacce e attentati.

Una tenacia che non ha mai mostrato i segni della vendetta, piuttosto quelli della testimonianza, l'impegno perché la tragedia dell'Olocausto non fosse dimenticata: "Nel giugno del 1942, a Leopoli, in circostanze insolite, una giovane SS che stava per morire mi confessò i suoi delitti. Voleva morire in pace, mi disse, dopo aver ottenuto il perdono da un ebreo. Ritenni di doverglielo rifiutare".

Il sito del Simon Wiesenthal Center