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INIZIATIVE - LE INIZIATIVE |
Milano negli anni 70 c’era molto più inverno di ora Lo spettacolo, nel pieno spirito di quegli anni è uno spettacolo fatto di monologhi comici, parole, poesia e musica alternando continuamente il comico e il drammatico senza soluzione di continuità; è strutturato in brani distinti che sommati assieme restituiscono alcune atmosfere di Milano che in quegli anni era un punto di riferimento per l’Italia intera. Un solo attore che racconta i suoi anni 70 mischiando frammenti di realtà e pezzi di mitologia urbana attraverso gli occhi di un bambino che prende consapevolezza della paura, del primo amore, degli scontri di piazza raccontati dalla sorella di dieci anni più grande. Protagonista è la velocità che macina rivoluzioni ideologiche e tecnologiche, bisognava correre per non farsi prendere dal cecchino della paura e per star dietro ai cambiamenti e capovolgimenti talmente tanto grandi da essere arrivati ad influenzare la nostra vita di oggi. Milano 70 allora è anche l’evocazione della morte di tre ragazzi uccisi dalla polizia negli scontri di piazza. “Un libro dedicato a Carlo Giuliani riportava le morti dei ragazzi uccisi dalla polizia e dallo scontro sociale dal 70 al 77. Da qui è partita la mia volontà/necessità di fare uno itinerario-spettacolo per le vie di Milano che via via si è trasformato in uno spettacolo da palco. L’immagine del corpo di Carlo Giuliani è di una verità schiacciante impossibile da ignorare in una società abituata alla contraffazione e alla possibilità di cancellare sempre l’ultima operazione. Questo anche se apparentemente distante dal materiale dello spettacolo è stato il motore del viaggio a ritroso per cercare le radici delle ragioni della follia di una morte di piazza.” Walter Leonardi “Milano 70 allora è stato un viaggio alle sorgenti delle mie ansie di oggi: paura, precarietà, prossimità alla fine di un mondo conosciuto, erano sensazioni che si respiravano quotidianamente in quegli anni. La genesi dello spettacolo ha un forte percorso storico politico che parte dalla fine della seconda guerra mondiale e arriva fino alla grande svolta dello smembramento delle fabbriche e della forza lavoro, ma in questo percorso, centrale è sempre stato l’uomo. La sua umanità. La sua ironia speranzosa”. Paolo Trotti |