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Claudio Varalli e Giannino Zibecchi
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INIZIATIVE - LE INIZIATIVE |
Claudio Varalli aveva 17 anni, abitava a Bollate in provincia di Milano, frequentava l'istituto tecnico per il Turismo che oggi è intitolato al suo nome ed era un militante del Movimento Lavoratori per il Socialismo.
Il pomeriggio del 16 aprile 1975 Claudio Varalli, di ritorno da una manifestazione per il diritto alla casa, stava attraversando con altri compagni piazza Cavour. Nella piazza c'era un gruppo di fascisti che distribuiva volantini: in realtà, come sempre in quegli anni, quel tipo di presenza non era che un pretesto per conquistare una zona, imponendovi una sorta di coprifuoco per qualsiasi espressione di antifascismo e aggredendo chiunque fosse, anche solo per l'aspetto, definibile di sinistra.
La notizia dell'assassinio di Varalli in poche ore si diffuse in tutto il Paese provocando un'ondata di sdegno e già nella stessa serata a Milano si svolsero le prime manifestazioni di protesta. La mattina del 17 aprile numerose città italiane furono attraversate da cortei che chiedevano la chiusura delle sedi dei fascisti e la fine delle collusioni tra questi e gli apparati dello Stato.
Da qui un imponente corteo si avviò in direzione di via Mancini, sede della federazione provinciale del Movimento Sociale Italiano e principale covo dello squadrismo milanese.
Due camion, gli ultimi della colonna, si incaricarono di "spazzare" i marciapiedi con una manovra a "coda di rondine", come reciteranno poi i verbali di polizia. Davanti a loro centinaia di persone cercarono scampo ma la folle corsa non si arrestò. Pareva volessero un'altra strage.
L'ordine del ministero degli Interni era stato perentorio: reprimere ogni protesta. E così in quel giorno d'aprile altri due giovani, Rodolfo Boschi del Partito Comunista a Firenze e Tonino Miccichè di Lotta Continua a Torino, persero la vita. Rabbia e indignazione divennero incontenibli: il 18 aprile l'Italia democratica si strinse attorno ai suoi morti e cortei antifascisti attraversarono le città della Penisola da Cagliari a Milano, da Napoli a Torino; lo stesso giorno 15 milioni di lavoratori si unirono alla protesta incrociando le braccia e si interruppero persino i trasporti, treni e aeroplani incusi.
Il 21 aprile per i funerali di Giannino Zibecchi Milano si fermò nuovamente e anche il Provveditore agli Studi fu costretto a chiudere le scuole per lutto cittadino. Poco più di due anni e mezzo dopo, il 17 dicembre 1978 Antonio Braggion, l'assassino di Claudio Varalli latitante fino al giorno della sentenza, fu condannato dal Tribunale di Milano a 10 anni di detenzione, di cui due condonati, per eccesso colposo di legittima difesa e porto abusivo d'arma da fuoco. Pena ridotta in appello a sei anni. PER NON DIMENTICARE VARALLI E ZIBECCHI Estratto dal catalogo dell'opera multimediale "IL DISPREZZO" di Andrea Salvino - allestita nel gennaio 2002 presso la Galleria Antonio Colombo di Milano |