L'occasioneIl Maestro. La grande aula è ricolma di studenti. Siamo ammassati sui lunghi banchi che digradano verso il palcoscenico, qualcuno è anche seduto sugli scalini che scendono verso la cattedra. Il silenzio è totale e il professor Mario Dal Prà ci svela con voce sapiente e monotona, arrotondata da un lieve accento veneto, i misteri della Critica dalla Ragion Pura. A braccio, ma seguendo puntualmente le annotazioni del suo famoso quadernetto. E' dicembre. Dal Prà incatena l'attenzione degli studenti con niente altro che il sapere, la piena conoscenza delle pagine di Kant. Le affermazioni e le osservazioni si snodano ordinate e dotte, grigie splendenti come una collana di perle. Guai a perdere una parola o un concetto. Alzo lo sguardo, affascinato da questo bravo e civile Maestro, osservo con indiscrezione le sue guanciotte rosse, il naso a patata con appoggiati sopra degli occhiali senza montatura che ne enfatizzano lo sguardo arguto. Lo guardo e gli sono grato per quello che ci sta trasmettendo. La lezione, come una partita di calcio, è divisa in due tempi di 45'.Allo scadere del primo tempo il Professore si interrompe, caccia un sorriso e chiama alla cattedra un giovanotto sui vent'anni che era in attesa nel passaggio dell'entrata. «Questo studente vi deve comunicare qualcosa.» "Lo studente", un tipo alto e magro, dai capelli castani, ha l'aria scanzonata e accattivante ma seria, porta al collo una lunga sciarpa rossa, e ci comunica che lui e alcuni altri avrebbero organizzato per il giorno dopo una riunione, un'assemblea, nell'Aula Magna dell'università, per discutere dei. nostri problemi di studenti, per incontrarci, per confrontarci. Con l'accento toscano che lo rende simpatico, conclude «Insomma, chiedo che partecipiate tutti a questa cosa che stiamo organizzando.» Poi ringrazia Dal Prà per avergli consentito di intervenire e si allontana con un «Arrivederci a domani.» Così, con Michelangelo Spada che interviene durante una lezione su Kant e ci chiede di partecipare alla prima assemblea, inizia il "sessantotto" all'Università Statale di Milano. Nel dicembre del sessantasette. Fotografia di Toni Nicolini
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