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BLOG - NEWS
Martedì 18 Febbraio 2014 18:33
GLI AMICI E I COMPAGNI DI CLAUDIO VARALLI SOLIDALI E A FIANCO DEGLI STUDENTI DEL ‘COLLETTIVO VARALLI’ 
 
Il 16 aprile 1975  Claudio Varalli veniva assassinato a colpi di pistola da un fascista, in piazza Cavour a Milano. Aveva 17 anni.
Nel maggio 1975, gli studenti del Turismo di via Verro, la scuola di Claudio, erano ancora frastornati dai tragici avvenimenti delle settimane precedenti, ma sentivano il bisogno di riunirsi. Venne così indetta un'assemblea a cui intervennero anche quelli che di solito non partecipavano. C'erano tutti: gli studenti, gli insegnanti, il personale non docente e il preside. 
Il preside, Berardino Claudio, non era del genere tradizionale per quei tempi. 
L'anno prima si era diretto indignato verso un plotone di polizia, che "osava" stazionare sotto la scuola in autogestione. Aveva letteralmente ordinato al commissario di andarsene, dalla sua scuola e dai suoi studenti. 
Lui garantiva per gli studenti che, pure, non erano certo studenti della cui tranquillità si poteva garantire ad occhi chiusi. La polizia se ne andò. 
All'assemblea di quel maggio, la mozione passò all'unanimità, nessuno aveva dubbi: la nostra scuola, che non aveva mai avuto un nome, si sarebbe chiamata Claudio Varalli.
Il preside prese il microfono ed annunciò: "Io penso alle scartoffie per ufficializzare la cosa, voi intanto preparate la targa da esporre fuori dalla scuola. Che provino a levarla."  La targa fu affissa dal padre di una studentessa della scuola nel giro di una settimana, a fianco dell'entrata principale. 
Era una lastra di marmo rosso, che recitava a lettere dorate: "ISTITUTO TECNICO STATALE PER IL TURISMO CLAUDIO VARALLI". 
Niente citazioni, niente slogan. Questo sarebbe semplicemente stato il nome della scuola e voleva essere un dato di fatto. 
Nel frattempo però, le 
scartoffie approntate dal preside non erano andate a buon fine: gli enti preposti risposero che per dedicare una strada od un edificio a qualcuno bisognava attendere 10 anni dopo la morte. 
Nonostante questo, nessuno si sognò mai di levare la lastra di marmo, ne' di nominare la scuola altrimenti: Varalli era e Varalli sarebbe rimasta. 
La targa rimase affissa alla scuola fino a che questa 22 anni dopo non venne trasferita in via San Dionigi. 
“Noi”, gli amici ed i compagni di Claudio, ci recammo allora alla nuova sede per riavviare le pratiche ufficiali di nomina della scuola. 
Il 21 aprile 2001, a 26 anni dalla sua uccisione,  finalmente la Scuola è stata intitolata, con delibera del Ministero della Pubblica Istruzione, a Claudio Varalli, al termine di un'affollatissima assemblea studentesca, alla presenza di preside, docenti, personale scolastico e genitori e dove intervennero Giovanni Impastato, fratello di Peppino ucciso dalla mafia nel 1978, i genitori  e il fratello di Claudio Varalli,  i suoi compagni di scuola e collettivo e  Roberto Tumminelli in nostra rappresentanza, Piero Scaramucci, allora direttore di Radio popolare.
 E sulla facciata della scuola ricomparve la targa in marmo rosso del 1975, la stessa che oggi nella sede di via Dini è accanto all'ingresso e ricorda a studenti e professori che quell'Istituto è intitolato a Claudio Varalli.
"Noi" siamo un gruppo di compagni di Claudio (e di Giannino Zibecchi, ucciso dai carabinieri il giorno successivo all’omicidio di Claudio, il 17 aprile 1975, durante una grande manifestazione di protesta antifascista a Milano per quanto successo), riuniti dalla militanza e, in alcuni casi, dall’amicizia. Qualcuno è stato compagno di classe, qualcun altro di scuola, tutti facevamo attività politica insieme a Claudio.
Abbiamo preso strade diverse, ma nessuno di noi ha rinnegato la propria giovinezza o gli ideali di un mondo nuovo, di democrazia, libertà, emancipazione che davano sostanza alle lotte popolari degli anni ’70.
Ed è per questo che oggi siamo rimasti esterrefatti ed indignati di fronte a ciò che è successo nella scuola intitolata al nostro compagno Claudio, scuola che sentiamo anche un po’ nostra. Gli interventi repressivi e le ripetute e indegne provocazioni di cui sono stati fatti oggetto i ragazzi del Collettivo  (ed i loro genitori) non sono tollerabili! Il Varalli è una scuola pubblica, laica e pluralista e tale deve restare, o meglio, tornare ad essere. Il Varalli ha una storia molto importante, come abbiamo visto, intrisa di democrazia e partecipazione, antifascismo e libertà.  E' una storia che va difesa, sempre, ogni giorno. Oggi qualcuno lo sta facendo e non deve sentirsi solo: ringraziamo i ragazzi del Collettivo Varalli per l’impegno che stanno profondendo e diamo loro la nostra totale solidarietà. Ci sentiamo  al loro fianco, in questa battaglia e nelle future lotte che certamente intraprenderanno, anche contro l'autoritarismo di chi sembra incapace di autorevolezza.
“Noi” non abbiamo una linea politica comune da proporre, ma solo un’esperienza da raccontare ed il desiderio di condividere il ricordo di Claudio e Giannino e gli ideali per cui hanno lottato e sono morti.
E’ ovvio, essere amici oggi di Claudio e Giannino vuol dire impegnarsi per la difesa della democrazia e la creazione di un mondo migliore. Magari anche solo un poco. E voi, ragazzi del Varalli, lo state facendo. Grazie e contate su di noi!
 
Associazione per non dimenticare Claudio Varalli e Giannino Zibecchi