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Dobbiamo grande riconoscenza a Giorgio Bocca PDF Stampa E-mail
BLOG - NEWS
Scritto da pigi   
Lunedì 26 Dicembre 2011 16:07

Scompare una delle voci più coerenti della cultura antifascista italiana. Perché Giorgio Bocca ha sempre rivendicato con orgoglio la sua esperienza partigiana, ma negli ultimi anni è diventato addirittura pervicace nel ricordare continuamente l’importanza della Resistenza per la storia e soprattutto per il presente del nostro paese. E aveva davvero ragione, perché la Resistenza è il valore fondante dell’Italia moderna e non è un caso che la destra – in primo luogo quella creata e stipendiata in questi vent’anni da Berlusconi – ha avuto come obiettivo la sua denigrazione e il suo svuotamento. Bocca, con il suo impeto istintivo che a volte e per altri versi non lo rendeva particolarmente simpatico, aveva ben presente l’importanza centrale di tenere vivi i valori che la Resistenza avevano determinata e resa vincente: infatti banalizzare il riscatto dell’Italia compiuto nel 1945 e ridare dignità ad aguzzini e stragisti è fondamentale per cancellare nelle giovani generazioni l’amore per una libertà piena, per la giustizia sociale, per un mondo fatto per tutti e non per i più forti. Non sarebbe giusto, però, limitare il ricordo di Giorgio Bocca al solo aspetto antifascista della sua opera. Bocca è stato uno dei migliori giornalisti italiani, autore di memorabili inchieste, di articoli e interviste che hanno scritto la storia di questa professione. Sempre caratterizzato da un anticonformismo che a volte gli ha fatto rischiare posizione discutibili, ci ha consegnato un insegnamento: ragionare sempre con la propria testa è la scelta migliore. Prima o poi ci si trova dalla parte giusta.

 

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